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autore
brano
 
Cicerone
De amicitia, 40
 
originale
 
[40] Haec igitur lex in amicitia sanciatur, ut neque rogemus res turpes nec faciamus rogati. Turpis enim excusatio est et minime accipienda cum in ceteris peccatis, tum si quis contra rem publicam se amici causa fecisse fateatur. Etenim eo loco, Fanni et Scaevola, locati sumus ut nos longe prospicere oporteat futuros casus rei publicae. Deflexit iam aliquantum de spatio curriculoque consuetudo maiorum.
 
traduzione
 
40 Si stabilisca dunque la seguente legge dell'amicizia: non avanzare richieste immorali n? esaudirle se richieste. ? una scusa davvero vergognosa e assolutamente inaccettabile confessare di aver commesso un reato, specie contro lo stato, in nome dell'amicizia. In verit?, cari Fannio e Scevola, siamo arrivati a un punto che dobbiamo prevedere con largo anticipo quali mali si abbatteranno sullo stato. Ormai deviamo non poco dalla retta via tracciata dai Padri.
 

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